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Dokdo è stata sin dall'antichità territorio coreano
Dokdo è stata sin dall'antichità territorio coreano
Andirivieni di zattere da mille seok.
Non c'era nemmeno l'ombra dei Giapponesi. Da Weonsan a Tsushima tutto era sotto il comando dei Coreani.
Questa è la testimonianza di un vecchio novantenne,
dedito alla pesca di leoni marini,
Queste sono le memorie di Kim Yun-sam, un vecchio pescatore,
tramandate per 140 anni sull'isola di Geomundo.
[Yeosu] È stato già illustrato come l'isola solitaria di Dokdo nel mare Orientale sia territorio coreano, ma la paternità dell'isola da parte della Corea è surrogata nuovamente dalla lucida testimonianza di un vecchio pescatore che vive nell'isola di Geomundo. L'ottantasettenne Kim Yun-sam, che vive a Seodo-ri, nell'isola di Geomundo, appare molto più giovane e in salute rispetto alla sua età anagrafica. Gli abitanti dell'isola di Geomundo, detta anche 'Samdo [lett.'tre isole'], famosi per saper navigare anche con il mare in tempesta, sono dediti al commercio sul mare sin dagli albori della civiltà. Il signor Kim, all'età di diciannove anni, fabbricò insieme alle altre persone del vicinato delle imbarcazioni piuttosto grandi cosiddette 'da mille seok' ricavate dai tronchi di albero e si lanciò per la prima volta sulla via del commercio.
Con delle enormi vele fatte di canne di palude, seguendo il mare occidentale, spinti dal vento, i marinai risalivano verso il nord. Seguendo i venti stagionali raggiungevano non solo Incheon, ma anche la lontana Sinuiju e caricavano tutta la nave di riso e cereali. Poi, passando per il mare meridionale, risalivano quello orientale e raggiungevano Weonsan dove barattavano le merci con prodotti ittici come il merlano nero. Poiché navigavano facendo affidamento solo sul vento stagionale non potevano mai stabilire una data precisa, ma il vento prima o poi avrebbe soffiato puntualmente in ogni stagione. Fino ad oltre venti persone partecipavano a queste spedizioni remando al suono di belle canzoni come 'Mi dispero, provincia dello Hamgyeong, piango isola di Ulleung, al di là di quel mare c'è un’isola del tesoro'. Il vecchio testimone si era imbattuto nei suoi viaggi in forti tempeste e più volte aveva rischiato la vita.
Il signor Kim, nell'estate del 1895, quando aveva vent'anni, era approdato all'isola di Ullung passando per Weonsan con cinque o sei di quelle navi 'da mille seok' e con la legna della rigogliosa vegetazione fece delle zattere. Quando il cielo era terso si vedeva chiaramente nel bel mezzo del mare orientale un'isola. Quando chiese a un vecchio barcaiolo di che isola si trattasse, questi rispose che si trattava dell'isola di Pietra (ovvero Seokdo o Dokdo) e che un tale Kim Chi-seon che era vissuto centoquarant'anni prima a Samdo (ovvero Geomundo) aveva sentito dal nonno che in quell'isola si potevano catturare molti 'leoni marini'. (Si dava il caso che ora il bisnipote di quel Kim Chi-seon, Kim Cheol-su (di 57 anni), vivesse nel villaggio di Jangchon). Il gruppo di dieci persone, al seguito di Kim, partito da Weonsan, lasciò nell'isola di Ulleung le sue navi cariche di varie merci tra cui merlani neri e, con delle zattere, dopo due giorni, approdò all'Isola di Pietra di circa 200 li. L'isola era completamente costituita di rocce in pietra e non c'era nemmeno l'ombra di esseri umani. 'L'isola di pietra' è costituita da due grandi isole e poi da altre più piccole. Il gruppo attraccò le zattere tra le due isole per oltre dieci giorni, catturò dei leoni marini e raccolse alghe e orecchie di mare sugli scogli. Poi, dopo aver fatto nuovamente ritorno sull'isola di Ulleung, andò a vendere la merce a Busan o a Tsushima ai Giapponesi, che apprezzavano tanto i leoni marini: ne mangiavano la carne e usavano la pelle per farne delle scarpe da indossare. Kim racconta che si recò l'ultima volta sull'isola quando aveva 28 anni (ovvero nel 1904), ma che, dato che il mondo era poi piombato in un grande scompiglio, non ci poté più mettere piede. Tuttavia conservava ancora oggi nella sua mente vivida la memoria di quell'isola. Inoltre Kim Yun-sin, che vive attualmente a Seodori, racconta che la casa in cui abita è fatta di legno di pino che lui stesso si è riportato tanto tempo fa indietro dall'isola di Ulleung. Il signor Kim con sdegno riporta che loro vendevano i leoni marini che avevano catturato ai Giapponesi in cambio di merci e denaro, che all'epoca i Giapponesi non sapevano nemmeno dell'esistenza dell'Isola di Pietra e che in quell'isola non si era mai vista una sola barca giapponese; secondo lui era davvero assurdo che ora sostenessero che l'isola fosse appartenuta a loro! (in foto il signor Kim)