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Daehan Maeil Shinbo
Editoriale
"Il nuovo trattato" (Trattato nippo-coreano del 1907)
Sia il quotidiano Gyeongseong che la Nuova Gazzetta Seoul Press ieri hanno pubblicato uno speciale in cui si rendevano note le condizioni del nuovo trattato nippo-coreano firmato la notte dell'altro ieri da Itō e Yi Wan-yong. Il testo del trattato è stato riportato ieri su questo giornale per cui non è necessario riproporvelo, ma vorrei che rimanesse impressa nella mente dei lettori che questo accordo fa sì che il Residente Generale del Giappone su questa terra diventi un re senza corona dell'Impero coreano. Peraltro, nelle mani di questa sola persona viene affidato un potere sorprendente, eppure bisognerà attendere per sapere se suddetta persona avrà le doti intellettive e morali per guidare un Paese e se svolgerà il suo incarico con tolleranza, onestà e amore verso la Corea. Quello che si sa al momento è che i ministri del governo hanno discusso il trattato punto per punto dal pomeriggio fino a sera e poi infine si sono riuniti nel governo e hanno ridiscusso ancora e, dopo aver ottenuto il consenso dell'Imperatore, Itō e Yi Wan-yong lo hanno alla fine firmato al suo cospetto.
Ormai si è persa anche l'ultima traccia dell'indipendenza della Corea, che è un Paese solo di nome, ma nei fatti è nelle mani del Giappone. Non ha nemmeno più senso negare quanto è avvenuto, perché ormai è passato e si è già concluso. Quello che oggi è rimasto ai Coreani è mostrare a tutto il mondo la loro stoffa e il loro carattere. Dobbiamo incoraggiare la cultura e l'imprenditoria e dare prova della capacità di formare un governo; solo così potremmo liberarci di questa ignominia e di questo degrado. Un giorno, grazie alla benevolenza del Cielo, riusciremo finalmente a riscattare la nostra indipendenza. Il Residente Generale giapponese, che è in una posizione di comando, proverà personalmente pietà per questo Paese infelice e consentirà ai Coreani di governarsi da soli per il loro benessere? Questo trattato obbliga i Coreani al rispetto di regole che non possono essere promulgate nemmeno nell'India semi-indipendente e sotto il comando inglese. Si ricorrerà a loro nel caso siano necessari potere e autorità, ma se il Residente Generale si dimostrerà uomo di tatto, dotato di capacità diplomatiche e di rigore, forse potrà imitare e seguire le capacità di governo della Gran Bretagna e non richiedere l'esercizio di maggiore potere.
Il Residente Generale ora ha tale occasione in Corea e dopo aver cercato dei Coreani capaci e affidabili darà loro la possibilità di provare il loro valore; in sostanza, rispettando l'Art. 5 del trattato, non dovrà assegnare cariche ai soli Giapponesi. L'acquisizione del potere ha portato beneficio ai Giapponesi; l'utilizzo di tale potere potrebbe, invece, portare degli svantaggi ai Coreani. Dobbiamo augurarci che si operi davvero quella distinzione tra affari giudirici e amministrativi a cui si fa menzione nell'Art. 3. Ai giorni nostri capita che un ispettore di provincia svolga attività disparate - di carattere militare, amministrativo e giuridico - ma questa è una pratica corrotta. È realmente necessaria una riforma e, se verranno rispettate a dovere le nuove norme, queste porteranno beneficio a molti.
Sebbene non venga riportata nel trattato, vi è una questione particolare. Se il Marchese Itō auspica davvero una pacifica lealtà in Corea ed è devoto al suo lavoro, quale osservazione si potrebbe sollevare? 'Tieni a mente ciò: solo le persone imparziali ricevono rispetto dal popolo'. Ora il Giappone ha in mano ogni responsabilità in Corea; mettiamo caso che un criminale sia coreano, egli verrà punito crudelmente, mentre uno stesso crimine commesso da un cittadino giapponese sarà condonato. Negli ultimi due anni i funzionari del Governatorato Generale hanno applicato regole diverse a Coreani e Giapponesi per i medesimi crimini, consentendo ai Giapponesi di commettere dei reati e dichiarando colpevoli, invece, i Coreani vengono condannati per il solo fatto di essere coreani, anche se nn commettono alcun reato.